
Abbiamo scelto un titolo provocatorio, lo sappiamo. Perché, come i salmoni andiamo controcorrente
In un paese dove chiunque si presenti come un movimento politico “nuovo” e “venuto dal basso” diventa immediatamente un fenomeno mediatico e attira su di sé le attenzioni e le speranze dei cittadini, noi vogliamo tentare un’analisi anziché le solite entusiastiche adesioni alla prima proposta che capita, basta che sia contro l’establishment.
Questo articolo non ce l’ha con le Sardine, ma con chi ha da subito esaltato questo movimento come la nuova frontiera della politica.
Come sempre accade in Italia l’emergere di un nuovo soggetto politico che si ponga come terzo rispetto a quanti già si scontrano nell’arena ha qualcosa di magnetico verso i cittadini di questo paese. Sembra come se una cosa, per il solo fatto che sia nuova sia automaticamente migliore di ciò che già abbiamo. Sono arrivate le Sardine e tutti ad incensarle come il nuovo che avanza e che sarà sicuramente meglio del vecchio, addirittura siamo già agli endorsement di famosi personaggi della cultura e dello spettacolo.
Non vogliamo fare un paragone azzardato, ma vi ricordate che qualcuno qualche anno fa si presentò esattamente in questo modo? Qualcuno che diceva «Noi non siamo né di destra né di sinistra» e proprio nella stessa piazza che ha visto nascere le Sardine officiò il suo rito iniziale in quell’ormai lontano 8 settembre 2007. Salvo poi rivelarsi il più grosso bluff della politica italiana degli ultimi 30 anni, come stanno dimostrando i fatti di questi mesi. Anche lì grandi riconoscimenti da parte di personaggi di spicco della musica, della cultura, del teatro. Anche lì qualcuno andava a pescare nel mare magnum della sinistra, rastrellando i delusi da una parte politica che non era più quella di un tempo.
Certo le analogie finiscono qua, le Sardine e si connotano come un movimento di sinistra, al contrario di chi a parole si definiva al di fuori dei vecchi schieramenti ma poi proprio a sinistra è andato a drenare voti per anni.
Siamo arrivati a pochi giorni dalle elezioni, le Sardine sono ormai un movimento reale nel nostro paese, in qualche modo tutti dovranno tenerne conto, anche se non hanno mai declinato un vero e proprio programma politico. Per ora sono un movimento tutto e solo “contro”: contro la Lega, contro l’odio, contro la mala politica. Arriverà un momento in cui servirà decidere se darsi un programma e diventare qualcosa di più di un movimento di piazza oppure confluire in qualcosa di già esistente.
Quello che è certo è che il movimento rischia di dissolversi in una bolla di sapone già domenica 26 in Emilia-Romagna. Un movimento che sembra essere così forte tra i cittadini è chiamato ad una prova a poco più di un mese dalla sua nascita. Perché le Sardine sono nate in occasione delle elezioni in Emilia e in quell’occasione dovranno fare vedere di esserci. Perché non potranno disperdere il loro voto con dei distinguo fra i candidati, visto che Stefano Bonaccini è supportato da una larghissima coalizione di centrosinistra. Quelli delle Sardine, in questa occasione devono essere tutti voti per Bonaccini ed essere tanti, altrimenti anche questo movimento si rivelerà un bluff, tutti in piazza e nessuno a votare.
Mezza bolognese e mezza romagnola, ingegnere, mamma, moglie e tante altre cose.
Terribilmente nerd, curiosa come un gatto, cerco capire e conoscere le cose e le persone.
Orgogliosamente a sinistra da sempre.
In realtà mi chiamo Cristian, lavoro in campagna, ma non faccio il contadino e ho sicuramente più vizi privati che pubbliche virtù. Tra i primi, oltre alle vergini quarantenni c'è da sempre la politica e l'impegno sociale, sui quali mi diletto a scrivere cazzate...