
Ieri Sinisa Mihajlovic ha pubblicamente espresso in una intervista ad un giornale, la sua preferenza per la Lega e Lucia Borgonzoni alle prossime regionali.
Ovviamente Mihajlovic, che stimo come uomo e come allenatore (oltretutto della mia squadra) è libero di esprimere le proprie preferenze come crede ed è libero di essere di destra (cosa della quale nessuno dubitava, peraltro). Siamo un paese libero e ognuno può scegliere la parte politica che più gli aggrada. Tutti però abbiamo perso un’ottima occasione per svolgere un’attività che va sempre meno di moda: tacere.
Poteva tacere Mihajlovic, non nuovo a sbagliare tempi e modi nel comunicare le sue preferenze politiche (ricordate quando prese pubblicamente le difese di Željko Ražnatović, anche noto con il soprannome di Arkan?), o quantomeno aspettare dopo le elezioni a renderci edotti delle sue scelte. Perché se le opinioni politiche sono personali e legittime, se sei l’allenatore della squadra di calcio del capoluogo della regione in cui si vota fra tre giorni, le suddette opinioni pesano un po’ di più di quelle di uno qualunque come ad esempio il sottoscritto. Ma sicuramente questa scelta di tempo non è casuale, ma accuratamente pilotata dalla stampa e dalla propaganda leghista (tenete presente che l’intervista è uscita su “Quotidiano Nazionale”, ex “Resto del Carlino”, non proprio un giornale di sinistra).
Potevano tacere tutti i quelli di destra che lo hanno osannato come se fosse una personalità politica, quando invece in questo caso sono le opinioni (ripeto, legittime) di una persona qualunque, non essendo Sinisa un politico ma un allenatore di calcio.
Potevano tacere quelli di sinistra, che si sono scagliati su tutto questo come delle belve inferocite, con il solo risultato di fare ancora più propaganda per la destra. Forse capire che si poteva commentare questa notizia in modo pacato e non prestare il fianco alla macchina della propaganda salviniana sarebbe stata una bella cosa, ma nulla da fare. Via a testa bassa con il risultato che chi ha architettato tutta questa trappola mediatica ha sguazzato nel vederli cascarci dentro con tutte le scarpe.
Sugli ultimi due punti vorrei poi aggiungere una cosa. Entrambi gli schieramenti hanno usato nelle loro argomentazioni la malattia dalla quale Mihajlovic sta faticosamente guarendo come un argomento di propaganda. Ecco, vi volevo dire che fate schifo. Da entrambe le parti. La malattia, il dolore, la sofferenza sono cose personali e non possono mai diventare argomenti per gli squallidi fini di qualcuno, qualunque essi siano.
In realtà mi chiamo Cristian, lavoro in campagna, ma non faccio il contadino e ho sicuramente più vizi privati che pubbliche virtù. Tra i primi, oltre alle vergini quarantenni c'è da sempre la politica e l'impegno sociale, sui quali mi diletto a scrivere cazzate...