Ciò che è immorale non è necessariamente illegale

Sì, parliamo dei 600 euro percepiti dai famosi 5 parlamentari. Premessa: la questione va vista sotto due punti diversi.
C’è un primo punto ed è quello della moralità. Persone che hanno il reddito da parlamentare o, come il comunque un reddito con cui vivere degnamente, non possono chiedere per nessun motivo un sussidio pensato per coloro che durante il lockdown avevano problemi a mettere insieme il pranzo con la cena. Non è nemmeno opinabile in nessun modo questa cosa, chi lo ha fatto si è macchiato di qualcosa di orribile, perché rubare i soldi a chi non ne ha è esattamente questo. Chiunque abbia un minimo di etica e di pulizia morale non avrebbe dovuto nemmeno pensare una cosa simile e, ora che è venuto a galla, dovrebbe dimettesi da qualunque ruolo pubblico, senza se e senza ma. Tutto questo non lo richiede nessuna legge dello stato, solo l’etica della cosa pubblica e la morale. Merce ormai scomparsa dalla classe politica italiana, il che rende questo discorso pura accademia.
Altro aspetto è quello dell’illegalità. Apparentemente (non sono un commercialista né un avvocato, quindi dico cose dettate dal semplice buonsenso) queste persone non hanno commesso nessun illecito né penale né amministrativo. Se la loro attività lavorativa rientrava tra quelle che consentiva di accedere al bonus da 600 euro il discorso da questo punto di vista è chiuso.
Queste persone hanno delle colpe? Sì, ma non sono le uniche ad averle. Se i ruoli istituzionali sono pieni di persone con questo livello di moralità la colpa ricade anche sugli elettori, perché ricordiamoci che questa gente non è in quei posti per grazia ricevuta, ma perché qualcuno le ha candidate e qualcun’altro le ha elette. Se i farabutti riempiono le istituzioni la colpa non è la loro, ma di chi ce li ha messi, ovvero partiti ed elettori.
Ma non basta. Il governo ha la sua parte di colpe, perché nel marasma di quei mesi, facendo le cose in modo confusionario e pensando solo a distribuire soldi a pioggia, perché questo aumenta il consenso e questo è ciò che cercano i partiti di governo, senza pensare a rilanciare veramente il paese, a creare di nuovo un’economia solida e produttiva.
Sarebbe bene che evitassimo di chiedere che queste persone vengano processate, perché di penale non hanno fatto nulla. Forse sarebbe meglio cercare di valutare meglio chi mandiamo in parlamento e poi a dirigere ad ogni livello le istituzioni.
Questo ci porta ad un ultima valutazione su questo caso. Citando Andreotti, ricordiamoci che “A pensar male della gente si fa peccato, ma di solito ci si azzecca”. Allora pensiamo male. Il 20 settembre si vota per il referendum costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle e divenutolo, strada facendo, anche del PD. Una eventuale vittoria del no potrebbe avere delle ripercussioni enormi sulla tenuta del governo, assieme alle concomitanti elezioni regionali. Il fronte del no, sebbene molto variegato e complesso, sembrava stare recuperando consensi e quindi serviva una colpo di propaganda per raddrizzare le sorti della contesa e cosa ci può essere di meglio di uno scandalo che dimostri una volta di più che i parlamentari, anziché essere una risorsa, perché sono le persone che ci rappresentano, sono solo gente disonesta che ruba, quindi tagliamone il numero, facciamo pulizia. Non mi stupirei se alla fine tutto si risolvesse in una bolla di sapone, come per altri presunti scandali montati ad arte, ma che hanno raggiunto il loro scopo, ovvero colpire l’opinione pubblica e spostare il consenso artificialmente verso una parte politica.
Un altro motivo per cui sarebbe meglio, anziché ridurre la rappresentanza parlamentare, cercare di migliorare la sua qualità.

In realtà mi chiamo Cristian, lavoro in campagna, ma non faccio il contadino e ho sicuramente più vizi privati che pubbliche virtù. Tra i primi, oltre alle vergini quarantenni c'è da sempre la politica e l'impegno sociale, sui quali mi diletto a scrivere cazzate...